- 5 Agosto 2024
- Marchi
- Raffaele Bonini
Spesso abbiamo parlato di come un marchio può diventare talmente di uso comune da entrare a far parte della cultura collettiva. Questo è molto frequente in tutti gli ambiti, artistico compreso, e l’approfondimento che segue ha per oggetto uno dei loghi più famosi al mondo, ovvero la celebre bocca rossa con la linguaccia.
Già solo attraverso questa breve descrizione, probabilmente a chi sta leggendo è già balzato in mente il nome della celebre rock band Rolling Stones.
La nascita del logo dei Rolling Stones
La famosa bocca con linguaccia, meglio nota come “lips and tongue”, fu disegnata nel 1971 da John Pasche, uno studente del Royal College of Art, che si lasciò ispirare dalla bocca “importante” del cantante della rock band e dalla lingua della dea indiana Kali, facendo la sua prima apparizione sul retro della copertina dell’album Sticky Fingers della band di Mick Jagger.
Bergman, assistente personale della band, chiese a Pasche di realizzare un logo o un simbolo che potesse essere usato sulla carta da lettere e sulla cartella stampa dei Rolling Stones: un’immagine semplice, ma che funzionasse da sola, senza necessariamente essere accompagnata dal logo in forma scritta della band. L’opera originale era in bianco e nero; solo in un secondo momento il grigio divenne rosso. Per il logo venne riconosciuto al giovane designer un compenso di sole 50 sterline, a cui se ne aggiunsero poi altri 26mila, nel 1984.
Il logo, registrato dalla band, e divenuto nell’arco di mezzo secolo il simbolo non solo della band, ma del rock’n’roll in generale, vale oggi una cifra ben più elevata di 50 sterline.
Nel 2008, il solo bozzetto originale è stato venduto al Victoria and Albert Museum di Londra per la cifra di 50mila sterline. In occasione del cinquantenario del gruppo, il logo è stato oggetto di un primo leggero restyling nel corso della sua lunga storia, a opera di Shepard Fairey.
Il contenzioso tra la band e una casa di moda
Nel 2013, i legali dei Rolling Stones hanno denunciato la casa di moda tedesca New Yorker Fashion per un utilizzo improprio della celebre linguaccia, per averla riprodotta, senza autorizzazione, su cartelloni pubblicitari ed etichette di abiti. Un’azione legale dal valore di 315mila dollari e una multa da 25mila ai danni della casa di moda.
Al quotidiano The Sun, un portavoce della band ha dichiarato: “Come ogni band o le grandi marche, proteggiamo tenacemente la nostra proprietà commerciale che siano canzoni, concerti o loghi. Se non si persegue l’uso improprio, si andrebbe a segnare un pericoloso precedente”. Di tutta risposta, l’amministratore delegato della New Yorker Fashion, Fritz Knapp, ha così ribattuto: “La linguaccia non è solo degli Stones. I manifesti sono stati realizzati dal nostro reparto creativo e non lascerò che gli Stones ci vietino di usare la nostra lingua”. Dal canto suo, la casa di abbigliamento ha mosso la replica sulla base che quel disegno non può essere esclusivo della band, visto che è composto da comuni organi del corpo umano. Nonostante l’obiezione potesse avere delle basi concrete, è possibile ravvisare una forte somiglianza fra le due immagini, abbastanza perché la New Yorker possa venire accusata, se non di violazione del marchio, comunque di concorrenza sleale. Al consumatore potrebbe infatti sembrare una semplice versione alternativa della solita linguaccia ed essere così indotto in confusione pensando che quei capi di abbigliamento siano in qualche modo legati alla storica band.
Il logo dei Rolling Stones, oltretutto, è registrato da tempo, sia in UK che in USA, in ben 4 classi di prodotti della Convenzione di Nizza: la 9 (prodotti acustici e video), la 16 (articoli di cancelleria), la 26 (toppe sagomate) e la 25 (abbigliamento).
Tra l’altro, la band a suo vantaggio ha anche un’anteriorità sulla registrazione non da poco.
Non è un caso raro quanto sopra riportato; ecco perché è sempre importante tutelare il proprio marchio.
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