- 9 Marzo 2014
- Brevetti
Lo Studio Bonini di Vicenza tutela la proprietà industriale dei nostri imprenditori in Italia e all’estero
Il Ministero dello Sviluppo Economico ha rilevato la necessità di spingere gli imprenditori italiani a proteggere e difendere la propria innovazione. Lo Studio Bonini di Vicenza, dal 1980 si occupa della tutela di proprietà industriale con servizi a 360° per la protezione e la valorizzazione delle opere dell’ingegno, dalla stesura di brevetti al deposito dei marchi, la protezione di design e copyright fino all’assistenza legale e alle licenze. “Occorre considerare il fenomeno dell’aumento dei prodotti contraffatti – dice il presidente Ercole Bonini -, sia ad opera di soggetti italiani, sia di soggetti esteri, e quello della sostanziale non crescita della protezione dell’innovazione da parte delle aziende italiane. Le domande di brevetto italiane non superano le 9.000/anno, mentre i cinesi hanno nel 2013 superato gli Usa con 800.000 domande”. Forse le Pmi italiane ritengono che la contraffazione riguardi solo i marchi famosi, invece è un fenomeno trasversale che sottrae alle aziende italiane miliardi di euro. “I primi ad essere copiati sono i marchi cosiddetti ‘italian sounding’ – commenta Francesco Bonini, socio e consigliere-, che richiamano prepotentemente il made in Italy, un valore aggiunto che permette di vendere merce simile a un prezzo maggiorato. Avviene in particolare in Turchia, in Cina, Corea del Sud e ora anche in India. E questo fenomeno non riguarda solo la moda, ma anche il design di qualsiasi oggetto e le caratteristiche tecniche specifiche della meccanica fine per la quale l’Italia è ritenuta leader mondiale”. “È ora che le aziende riconoscano l’importanza e la necessità inderogabile di proteggere le proprie innovazioni con gli strumenti adatti, come per esempio i brevetti e i marchi, sia in Italia sia nei paesi di esportazione – aggiunge l’amministratore Raffaele Bonini-. Il nostro consiglio è di registrare il proprio marchio nei paesi emergenti anche se non si ha intenzione di esportarvi nell’immediato. Se si possiede un’innovazione valida, meglio tutelarsi. Poi per esempio si può concedere la licenza e ricavarne reddito”. Per arrivare a questa svolta culturale occorre spingere la formazione in azienda sulla protezione e valorizzazione della proprietà industriale, pena la perdita dei mercati nelle aree con trend economico positivo. I brevetti devono essere considerati investimenti che aumentano il valore dell’azienda. Si possono iscrivere a bilancio e sono beni ai quali anche le banche guardano con interesse nel momento in cui si va a chiedere accesso al credito.
[articolo tratto dal settimanale Eventi – Anno 7 N° 8 Lunedì 10 marzo 2014]
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