- 3 Dicembre 2016
- Brevetti
Secondo quanto ci riferiscono gli economisti Giavazzi e Alesina negli ultimi 20 anni l’Italia ha aumentato la produttività delle proprie aziende di un misero 5%. Ci viene riferito che nello stesso periodo di tempo gli Stati Uniti hanno avuto un aumento di produttività del 40% per Francia, Belgio e Gran Bretagna l’aumento è stato del 30%, il Portogallo ha avuto un aumento del 25% e la Spagna del 15%.
Ci viene anche riferito che l’85% delle nostre imprese sono a capitale familiare, ma è anche vero che siamo in buona compagnia poiché in Germania le famiglie controllano oltre il 90% delle imprese. Ma c’è una differenza: il management in Germania è esterno alla famiglia nella maggior parte dei casi, mentre in Italia è la famiglia che conduce l’azienda indipendentemente dalle capacità dei familiari ad essere veri manager . Un altro fattore negativo per il mancato incremento della produttività è la lentezza del recepimento dell’innovazione tecnologica. I tedeschi si stanno preparando da circa 20 anni alla rivoluzione dell’Industria 4.0, mentre noi ne cominciamo a parlare solo ora e, nonostante tutto, siamo la seconda industria manifatturiera d’Europa.
Se il nanismo delle imprese italiane è una causa primaria del mancato recupero della produttività, è anche facile individuarne le cause.
È evidente infatti che se le imprese sono piccole, queste dispongono di pochi mezzi finanziari per modificare i propri mezzi produttivi, per strutturare la propria organizzazione interna, per affrontare i mercati che sono ormai esclusivamente mondiali.
Ciò è dovuto non per mancanza di sensibilità alla necessità del cambiamento, ma piuttosto a questioni di carattere finanziario. Gli investimenti che può fare una piccola azienda sono naturalmente commisurati all’utile che il fatturato genera.
Se il fatturato è piccolo, anche gli investimenti saranno oculati e ridotti allo stretto necessario.
Una delle soluzioni a questo handicap, secondo il nostro punto di vista è innovare continuamente i propri prodotti per aumentare le esportazioni. E le esportazioni si possono aumentare anche facendo accordi di esclusiva con agenti dei Paesi d’interesse senza peraltro disporre di una rete commerciale propria. Naturalmente l’innovazione dovrà essere protetta con brevetti, design e machi registrati perché
solo in questo modo si potrà garantire un’esclusiva vera e si potrà proteggere lo stesso agente da copiature che potrebbero essere fatte da chiunque e che rovinerebbero il mercato all’agente e all’azienda italiana.
Quindi innovare per crescere è il primo step che contribuisce a combattere il nanismo delle aziende che cresceranno e aumenteranno la produttività se disporranno di un management adeguato per supportare la crescita.
e.bonini@ ipbonini.com
Articolo pubblicato il 4 dicembre 2016 su veneziepost.it
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