- 23 Ottobre 2018
- Brevetti
Secondo un recente rapporto dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) il 91% dei comuni Italiani è a rischio idrogeologico, il che significa che più di 3 Milioni di famiglie risiedono in zone ad alto rischio. Solo nel Veneto sono state censite quasi 10.000 frane, la maggior parte delle quali interessano le province di Vicenza, Belluno e Padova.
Se si dovesse mettere mano alla sistemazione completa del territorio veneto, è stata calcolata una spesa di 3,5 Miliardi di Euro.
Una spesa enorme, ma anche una necessità inderogabile perché il territorio è l’ambiente in cui viviamo e se non poniamo attenzione e cura a tutto questo, l’incertezza e la preoccupazione diventano la costante della nostra vita.
È così che il signor Gaetano Dalla Gassa ha iniziato la sua avventura da imprenditore fin dal 1975, attento alle necessità inderogabili del territorio veneto e dell’Italia in genere.
È stato in occasione del terremoto del Friuli che l’azienda Dalla Gassa si è mossa con i primi interventi di consolidamento di quel territorio martoriato. Nel frattempo Dalla Gassa si dota di macchine speciali, ovvero di macchine perforatrici del terreno fino a profondità importanti per poi fissare in tali fori specifiche strutture di trattenimento e di consolidamento. Dalla Gassa passa poi a collaborare con il Corpo Forestale dello Stato e con i Consorzi di bonifica Montana, non solo nel Veneto, ma nelle aree più critiche l’Italia.
Dalla Gassa ha notato, forse per primo, che gli interventi di contenimento delle frane erano lunghi, costosi e anche poco efficaci perché in genere si limitavano a creare barriere murarie al limite inferiore del terreno franoso, un intervento che molto spesso non
serviva ad assestare la frana che abbatteva con facilità il muro costruito annullando di fatto l’intervento di contenimento.
Ma come cercare di trattenere la frana dove si è creata e non farla avanzare? Dalla Gassa ha pensato così di creare una pluralità di strutture di consolidamento e contenimento diffuse in diversi punti del terreno interessato dalla frana. Queste strutture principalmente sono cavi di acciaio vengono ancorati nella parte di terreno solido sottostante la frana ed emergono sulla superficie della frana ove vengono fissati con blocchi di cemento appositamente costruiti. È così che le forze sviluppate dalla frana trovano ostacoli resistenti e sparsi che contrastano efficacemente le forze di scivolamento verso il basso.
Dalla Gassa dal ’75 ad oggi, ha realizzato una perfetta collaborazione tra i suoi ingegneri e geologi con l’Università di Padova, che ha permesso all’azienda di realizzare soluzioni nuovissime, poco costose e di abbattere i tempi d’intervento. Così questa azienda, dove lavorano fior di ingegneri è oggi titolare di oltre dieci brevetti anche europei che proteggono diverse tecniche di intervento, non solo sui terreni, ma anche sui letti dei fiumi, forse i più facili a fenomeni di erosione del proprio letto.
Dalla Gassa ha ridotto al minimo possibile il costo dei suoi interventi anti-frane. Ma certo è che se comuni, province e regioni non sono sufficientemente sensibili alla conservazione del territorio, i problemi risolti saranno sempre troppo pochi di fronte alle vere necessità.
e.bonini@ ipbonini.com
Articolo pubblicato il 15 ottobre 2018 su veneziepost.it
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