- 3 Agosto 2023
- Marchi
- Raffaele Bonini
Il primo passo da compiere per un’azienda o start-up che intende immettere sul mercato il suo brand consiste nel prevederne la tutela. Come? Registrando il marchio, secondo i criteri previsti. Fondamentale però è la fase di orientamento in tal senso: se l’azienda o start-up, infatti, intende oltrepassare il confine nazionale, dovrà allora prevedere la protezione del suo marchio a un livello più ampio rispetto a quanto previsto per il deposito del marchio nazionale. Il caso sul quale restringiamo la lente in questo articolo riguarda il cosiddetto marchio comunitario o dell’Unione Europea.
Cosa si intende per marchio comunitario?
Differentemente al marchio nazionale, la registrazione del marchio comunitario consiste nel tutelare la propria identità in tutti i paesi Ue, Italia compresa. Un’importante premessa riguarda la ricerca di anteriorità in tutti gli Stati membri, per evitare spiacevoli inconvenienti e vani investimenti di risorse.
Il marchio comunitario: la guida per la registrazione
La registrazione di un marchio concede il diritto esclusivo di utilizzo del segno registrato. I competitor non potranno, quindi, usare nessun segno uguale o simile, consentendo al depositante di difendere di fatto l’integrità e lo sfruttamento del marchio, impedendone potenziali o eventuali violazioni. Optando per la soluzione europea, lo step previsto è quello della registrazione presso EUIPO (Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale), che consente di ottenere, con un’unica procedura, un titolo valido per tutti i Paesi membri. Un marchio UE ha validità 10 anni e può essere rinnovato indefinitamente per periodi di 10 anni alla volta.
Quali sono i vantaggi?
Oltre a quello che può comportare la registrazione del marchio in termini di tutela, il deposito presso l’EUIPO amplia il raggio di azione, rappresentando per l’azienda, ente o start-up, un vero e proprio investimento. La concorrenza, infatti, potrà sempre meno rappresentare un pericolo, così come si abbatteranno drasticamente i rischi di contraffazione e/o le violazioni.
Non solo. Il marchio comunitario consente di arrivare su un mercato di quasi 500 milioni di consumatori, con notevoli riscontri dal punto di vista economico a fronte di uno sforzo, almeno in termini di spesa, contenuto e che non è mai da intendersi come un costo bensì come un investimento.
Il marchio, infatti, costituisce una vera e propria fonte di valorizzazione e reddito, concretizzabili in introiti generati da licenze esclusive o meno, concedibili a terzi.
Affidati a un esperto
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