- 6 Dicembre 2023
- Copyright
- Raffaele Bonini
Con l’approdo sul web di tutte le forme audiovisive, fattore che ha certamente consentito di ampliare le possibilità di utilizzo dell’opera da parte dell’utenza, sono aumentate indubbiamente anche le violazioni nei riguardi del diritto d’autore.
L’arrivo online della piattaforma Spotify, ad esempio, per la musica segna un primo punto d’incontro tra le maggiori imprese discografiche, gli artisti da esse tutelati e gli utenti meno dediti al collezionismo o all’acquisto del disco. Ma Spotify è la risposta e la diretta conseguenza, o comunque una tra queste (ricordiamo anche i principali servizi offerti da colossi quali Google e Amazon), dettata da una lunga serie di attività cosiddette “pirata”. Non è certamente con Spotify che il problema può dirsi arginato o ancor meno risolto, ma certamente il fenomeno della pirateria musicale è più tutelato e regolamentato.
Come Spotify ha tutelato gli artisti?
Spotify è il servizio di musica in streaming più famoso al mondo e permette all’utente, dopo una semplice registrazione gratuita, di accedere a migliaia di brani musicali, di qualsiasi genere e di diverse epoche, in un modo al 100% legale. L’accesso al suo archivio musicale è possibile attraverso i principali e più diffusi browser e sulle piattaforme dei dispositivi mobili. A prescindere dal dispositivo su cui il servizio viene utilizzato, la versione base di Spotify è completamente gratuita, ma l’utente, nel corso dell’ascolto, verrà interrotto dalla pubblicità. Sui dispositivi mobili, la versione gratuita limita l’ascolto di molti contenuti alla sola modalità shuffle. Inoltre, non consente la riproduzione di musica in alta qualità (320 kbps). Se l’utente preferisce sfruttare appieno tutte le sue funzioni (e liberarsi delle interruzioni pubblicitarie), allora dovrà sottoscrivere un abbonamento mensile o annuale.
Le case discografiche, stremate da continue azioni legali nei riguardi di siti pirata dai quali comunque gli utenti di tutto il mondo, magari solo con delle brevi interruzioni, avevano libero accesso alla loro musica, dopo lunghe trattative hanno compreso che scendere a compromessi con la start-up di Stoccolma, alla quale cedono previo compenso le licenze d’uso dei loro album, era un modo per contenere le violazioni in rete, sempre più all’ordine del giorno. Questo anche per la garanzia offerta dal servizio Spotify che le playlist, o comunque la musica dalla piattaforma streaming, non possono essere esportate dall’utenza, che quindi potrà usufruirne sempre e solo accedendovi, gratuitamente e/o su abbonamento.
Sfide del copyright nell’era digitale
La Rete, è indubbio, ha agevolato violazioni e contraffazioni, motivo per il quale la tutela sull’opera d’ingegno (dalla letteratura alla musica, dalle arti figurative all’architettura, dalle opere teatrali o cinematografiche fino al software e allo sviluppo di banche dati) è un aspetto che oggi più che mai non può essere trascurato o rimandato. Quanto anticipato da Spotify per la musica, è stato poi adattato su numerose altre piattaforme dedite ad altro materiale audiovisivo (podcast, libri e/o audiolibri e e-book, film, serie TV, documentari, foto). Potremmo racchiudere quanto sopra sotto l’acronimo DRM (Digital Rights Management).
Cos’è il DRM?
Digital Rights Management (o DRM) è un termine usato per indicare le tecnologie di controllo degli accessi utilizzate dai produttori di software, di hardware, dagli editori e più in generale dai titolari dei diritti d’autore per limitare l’uso di contenuti digitali.
Non sempre però queste sono sufficienti a contrastare la pirateria online e le violazioni relative al diritto d’autore che, ricordiamo, nasce in capo all’autore dell’opera con la creazione della medesima ed estende la sua tutela a tutte quelle opere dell’ingegno che posseggono carattere creativo: le opere letterarie, le composizioni o opere musicali, drammatico-musicali e le variazioni; e ancora, le opere coreografiche e pantomimiche, della scultura e pittura, dell’arte e del disegno, della incisione e delle arti figurative similari (scenografia compresa), le opere dell’architettura, dell’arte cinematografica e del disegno, le opere fotografiche, i software, le banche dati e le opere del disegno industriale aventi carattere creativo e valore artistico.
Pirateria online: Cosa prevede la legge?
In caso di violazione, il diritto d’autore è tutelato da sanzioni di natura civile, ma prevede anche delle ripercussioni penali nei casi più gravi. Nell’agosto 2023 è entrata in vigore una nuova legge contro la pirateria. Il Ddl, ribattezzato anti-pezzotto, oltre all’inasprimento delle pene sia per chi trasmette che per chi fruisce di contenuti pirata prevede anche l’ampliamento dei poteri dell’Agcom, che potrà oscurare entro 30 minuti i siti che vengono colti in flagrante durante la diffusione di questo tipo di contenuti illegale.
Affidati a un esperto
Lo Studio Bonini mette a disposizione un team di professionisti specializzati. Lo Studio offre servizi a 360° per la protezione e la valorizzazione dei brevetti e la tutela e registrazione dei marchi e dei design. Affidarsi a professionisti del settore è un passo imprescindibile. Noi diamo il giusto valore al Diritto d’Autore: assistiamo i nostri clienti nel riconoscere, valorizzare e tutelare i diritti sulle proprie opere.