- 24 Maggio 2024
- Marchi
- Raffaele Bonini
Il marchio è uno dei principali elementi che compongono l’immagine di un’impresa delineandone l’identità e l’identificazione sul mercato. Il marchio è, come noto, il segno distintivo per eccellenza. Questo è il principale motivo che fa della registrazione uno step imprescindibile. La registrazione conferisce, a tutti gli effetti, al titolare la facoltà di uso esclusivo del marchio vietando così di fatto, a terzi, di usare, non solo un segno identico per i medesimi prodotti o servizi, ma anche segni simili per prodotti o servizi affini, se questo può costituire un rischio di confusione per il consumatore.
Ma la registrazione, per quanto fondamentale, è a tutti gli effetti un passaggio che conclude un processo che parte con la valutazione dell’effettiva forza distintiva del marchio scelto nonché del conseguente ritorno in termini di investimento.
Cosa fare prima di avviare la pratica di registrazione?
Al fine di sincerarsi che l’investimento nella creazione e registrazione del marchio porti poi effettivamente risultati una volta sul mercato, è opportuno, da parte dell’imprenditore o comunque della società che costituisce un’azienda, eseguire preventivamente un’attenta analisi relativamente alla forza distintiva del proprio marchio, al fine di sfruttarne al meglio le potenzialità e, di contro, evitare opposizioni da parte di imprese concorrenti.
I requisiti per la registrazione
Per proseguire con il deposito, è prioritario appurare che il marchio risponda a dei precisi requisiti di validità: è molto importante, anzitutto, verificare che quanto vogliamo proteggere sia effettivamente unico, esclusivo e che qualcun altro non abbia già provveduto a registrarlo. Il segno deve essere nuovo; deve inoltre essere distintivo, cioè atto a differenziare i servizi di un’impresa da quelli di altre aziende o start-up; deve essere lecito, quindi non contrario alla legge, all’ordine pubblico o al buon costume; deve essere non ingannevole, con riferimento in particolare all’area geografica, alla natura o alla qualità di quegli stessi prodotti o servizi.
Marchi deboli e forti: conoscere la differenza è fondamentale
Di fondamentale importanza resta la conoscenza della differenza tra marchio debole e forte. È consigliabile evitare di depositare e/o adottare marchi cosiddetti “deboli”, ovvero troppo simili alle denominazioni generiche o alle caratteristiche dei prodotti che contraddistinguono. Queste valutazioni devono essere, però, condotte anteriormente al deposito del marchio.
Cosa costituisce il marchio d’impresa?
Possono costituire oggetto di registrazione come marchio d’impresa tutti i segni rappresentabili graficamente:
– parole (compresi i nomi di persone)
– disegni
– lettere
– cifre
– suoni
– forma del prodotto o della confezione di esso
– combinazioni o tonalità cromatiche.
Anche la forma del prodotto o del suo confezionamento può dunque costituire un valido marchio (art. 9 C.P.I.). Anche in questo caso, il segno, deve possedere comunque capacità distintiva.
Il marchio, dunque, per avere carattere distintivo, deve essere percepito dal consumatore come uno strumento d’identificazione del prodotto o dei servizi in esso e da esso rappresentati.
Cosa prevede la registrazione
Ai fini del deposito, un marchio debole è considerato valido purché possieda un sufficiente grado di capacità distintiva, anche se limitato.
Il rischio di registrare un marchio debole consiste nella sua tutela. Un competitor, infatti, sarà più agevolato nel deposito di un marchio simile e al quale potrà semplicemente apportare “lievi modificazioni” o “aggiunte”. Viceversa, la tutela del marchio forte è più incisiva, poiché rende illegittime molte delle variazioni e modificazioni, che rimandino comunque all’idea espressiva che caratterizza il marchio.
Per valutare quindi la capacità distintiva del marchio, l’impresa titolare deve necessariamente effettuare un’analisi preliminare in ordine alla sussistenza dei requisiti di registrabilità previsti dalla normativa italiana e comunitaria.
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