- 20 Dicembre 2020
- Brevetti
L’energia elettrica viene prodotta in gradi centrali e distribuita nel territorio tramite linee elettriche ad alta tensione.
Per trasformare l’alta tensione per esempio a 20.000 Volt i 220 Volt che abbiamo tutti in casa, servono dei grandi trasformatori.
La tecnica costruttiva di questi trasformatori prevede l’esecuzione di speciali avvolgimenti che nella tipologia cosiddetta “a disco” viene ancora oggi eseguita manualmente da operai esperti.
Queste persone, molto specializzate, riescono ad avvolgere su di un cilindro un filo elettrico continuo avvolto a spirale per formare un disco piano; ogni disco viene poi disposto uno sopra l’altro in direzione longitudinale. Ciascun disco ha il filo avvolto a spirale stretta alternativamente dal centro verso l’esterno e dall’esterno verso il centro per evidente questione di continuità.
Così, si può ben capire che questa operazione non è priva di difficoltà perché presuppone che le spirali siano con filo ben a contatto durante il loro avvolgimento e deve essere anche ben curato il passaggio tra il disco appena realizzato e quello immediatamente successivo.
Pur disponendo di operatori esperti, ci sono troppi passaggi che dipendono dalla manualità della persona ed è, quindi, inevitabile che non tutte le bobine utilizzate per i trasformatori risultino uguali, ovvero con le stesse caratteristiche elettriche, specie se i conduttori non hanno sezione circolare, ma quadrata o rettangolare.
La società SILMEK di Brendola (VI) ha pensato di meccanizzare la produzione di questi avvolgimenti eseguiti con la tecnica “a disco”, in modo da abbassare notevolmente i tempi di produzione.
La macchina avvolgitrice realizzata da Silmek dispone di un cilindro con asse di rotazione verticale in cui il filo elettrico da avvolgere, secondo una stratificazione radiale a dischi sovrapposti, è dotato di un “gruppo di calandratura” attraverso il quale passa il filo da avvolgere in bobina. Il gruppo di calandratura e composto da coppie di rulli capaci di far dirigere il filo in avvolgimento sempre nella giusta direzione. Ciò significa, ad esempio, che durante la formazione di un disco, il filo dovrà essere diretto dapprima verso il centro del cilindro avvolgitore per poi allontanarsi di quel poco che assicuri il contatto continuo di una spira alla successiva. È evidente che il movimento della calandra è comandato da un gruppo elettronico di controllo ed ugualmente accade per il cilindro di avvolgimento che dispone di un piano di appoggio per il disco in formazione. Anche il piano di appoggio quando l’avvolgimento di un disco è finito, dovrà abbassarsi di una certa quota, comandata dal gruppo elettronico, e corrispondente all’altezza del filo di avvolgimento.
La macchia di Silmek non sarebbe perfetta se non fosse stato previsto anche un “gruppo di piegatura” del filo in avvolgimento quando si passa da un disco a quello immediatamente successivo. Questo gruppo di piegatura è collegato solidale al gruppo calandra e garantisce appunto il corretto stipamento del filo in questo passaggio così delicato.
Naturalmente, anche il gruppo di piegatura viene comandato dal gruppo elettronico di controllo.
E’ in questo modo che la macchina avvolgitrice Silmek riesce ad essere perfetta, ovvero a realizzare bobine senza difetti con i fili elettrici di diverse sezioni.
Oltre ad essere assicurata una qualità ottima con qualsiasi filo, è evidente che non c’è più bisogno di persone specializzate, come invece era prima necessario.
Di conseguenza, anche il tempo di esecuzione viene abbattuto e il coso risultante è abbassato rispetto al metodo manuale tradizionale.
Si può dire che in questo settore si è fatto un grande salto di qualità. Non a caso, per questa macchina è stato concesso, oltre al brevetto italiano, anche quello europeo senza problemi.
Articolo pubblicato il 20 Dicembre 2020 su veneziepost.it
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