- 1 Dicembre 2023
- Copyright
- Raffaele Bonini
Con il termine Fair Use, di origine anglosassone ma ormai molto diffuso anche in Italia, si fa riferimento all’ambito del Copyright, ed esattamente ne è oggetto l’utilizzo, senza previo consenso dell’autore, di un contenuto protetto. Il web e i social media hanno riacceso i fari su questa normativa Usa, che in Italia fondamentalmente non è regolata, ma per la quale è prevista dalla legge sul diritto d’autore (del 22 aprile 1941, n. 633) una deroga in capo alla quale, a determinate condizioni, l’utilizzo di un’opera altrui senza il consenso del titolare è consentita.
Il diritto d’autore, come ampiamente trattato in precedenti pubblicazioni, conferisce la paternità di un’opera dell’ingegno al suo legittimo autore. Quest’ultimo vanta, quindi, tutti i diritti sull’utilizzo e/o sfruttamento dell’opera per conto proprio o conto terzi. Tra questi, c’è anche quello esclusivo di sfruttamento economico impedendo, di fatto, come previsto dalla legge, l’utilizzo da parte di soggetti terzi senza l’espresso consenso.
Cosa consente allora al Fair Use di poter sfruttare opere altrui?
Per poter essere considerato lecito l’utilizzo di un’opera altrui senza il preventivo consenso del titolare, è necessaria, secondo quanto previsto dal Fair Use, particolarmente tutelato dalla legislazione statunitense, la sussistenza di alcuni elementi:
- una causa di giustificazione dell’utilizzo;
- l’utilizzo non deve essere a scopo di lucro;
- l’utilizzo può e deve avvenire entro un certo limite (pochi secondi nel caso di un brano musicale o di un’opera audiovisiva in generale, poche righe nel caso di un contenuto scritto o comunque testuale)
- l’uso dell’opera altrui è consentito per i seguenti scopi: informazione, critica o insegnamento
È importante evidenziare quindi che, in assenza del Fair Use, in Italia il riconoscimento della titolarità non implica anche il consenso dell’autore.
Fair Use in Italia: alcuni esempi
Per fare un esempio pratico: l’utilizzo di una foto o immagine riportante un’opera d’arte in una pubblicazione, pur citando il detentore dei diritti (il fotografo, l’artista o chiunque ne abbia acquisito i diritti di sfruttamento), non è consentito senza l’autorizzazione del diretto interessato. Per riprendere invece quanto sopra esposto, se l’autore di un saggio critico riporta una citazione contenuta in un altro volume al fine di restituire al suo contenuto un taglio prettamente d’informazione e/o comunque ai fini della divulgazione, allora, citando la fonte (la mancanza di tali indicazioni comporta l’obbligo di risarcimento del danno), ci troviamo dinnanzi a una pratica consolidata e consentita.
Tuttavia, resta di fatto un grave ammanco relativo a una normativa comune per tutti gli Stati. Questo impedisce un’applicazione omogenea e una condivisa strategia di tutela, traducendosi in connotazioni differenti a seconda del sistema legislativo preso in considerazione.
Come difendersi allora da utilizzi illeciti?
Prima di pubblicare anche un brevissimo estratto, una foto o un’immagine oppure una parte di brano e/o video sarebbe sufficiente farsi autorizzare dal titolare, autorizzazione che non deve essere necessariamente scritta, ma quantomeno in qualche modo provata.
Non sempre questo è possibile, però, soprattutto quando l’utente deve magari confrontarsi con personaggi di rilievo, con i quali una comunicazione diretta è quasi sempre poco probabile.
Come chiarito dalla giurisprudenza, il libero utilizzo di brani o parti di opera, come previsto dal già citato art. 70 della legge sul diritto d’autore, può quindi a tutti gli effetti avvenire se effettuato a scopo di critica o di discussione, purchè non costituisca concorrenza all’utilizzo economico dell’opera . Ma il discorso potrebbe essere esteso anche alla rete: uno YouTuber o blogger può prelevare, in effetti, il contenuto di un altro utente o streamer solo allo scopo di commentarlo o comunque facendo leva sul diritto di cronaca, nel caso di una testata d’informazione, per informare di quanto accaduto a un determinato personaggio, sempre che la pratica non vada a costituire un atto di concorrenza sleale.
È importante, tuttavia, sottolineare che il titolare del diritto d’autore rimane in ogni caso l’unico soggetto detentore dei diritti di sfruttamento economico dell’opera e che, salve le ipotesi tassativamente indicate dalla normativa, il preventivo consenso dello stesso è necessario al fine di non incorrere in azioni e/o procedimenti legali.
Affidati a un esperto
Lo Studio Bonini mette a disposizione un team di professionisti specializzati nella tutela del diritto d’autore. Affidarsi ad esperti del settore è un passo imprescindibile. Noi diamo il giusto valore al Diritto d’Autore: assistiamo i nostri clienti nel riconoscere, valorizzare e tutelare i diritti sulle proprie opere.