- 17 Luglio 2020
- Marchi
Un’azienda della provincia di Vicenza che ha fatto della creatività nell’oggettistica e nell’arredamento il suo “core business”, a suo tempo, mi ha chiesto contatti per iniziare a esportare in Cina.
Il mio primo pensiero è stato di controllare se il marchio aziendale poteva essere registrato in quel Paese.
Così ho scoperto che un non meglio qualificato signor “X” cinese aveva da tempo provveduto a registrare a proprio nome il marchio e il logo dell’azienda in questione.
Per questa società erano possibili allora due diverse soluzioni: rinunciare a esportare in CINA i propri prodotti, oppure ricomperare il proprio marchio del signor X cinese.
La conclusione è stata quella di rinunciare a esportare in CINA.
Di casi come questo raccontato ne vengono trattati da noi non meno di 4-5 all’anno.
Molto spesso accade che lo stesso agente estero dell’azienda italiana registri il marchio dell’azienda a proprio nome, nel suo Paese, naturalmente senza informare l’azienda stessa.
Lo scopo che persegue l’agente è di crearsi una specie di “assicurazione” sulla inamovibilità del proprio ruolo, indipendentemente dai risultati che lui produrrà a beneficio dell’azienda.
Ci sono anche situazioni (e purtroppo non rare) in cui i titolari di azienda ritengono superfluo registrare il proprio marchio aziendale, sia a livello italiano, sia a livello comunitario perché considerano sufficiente il fatto di essere sul mercato da anni e di aver raggiunto una discreta notorietà sia in Italia sia nei Paesi di esportazione!
Queste persone ignorano che qualcuno potrebbe aver già fatto registrazioni abusive del loro marchio e aspetta solo la prima esportazione per bloccare la merce alla frontiera d’ingresso per “contraffazione del marchio” registrato a proprio nome.
Questi problemi, che possono diventare veri e propri impedimenti per l’azienda, soprattutto per le esportazioni, si possono evitare con facilità e con una spesa modesta.
Basta, infatti, attivare una “sorveglianza a livello mondiale” del proprio marchio aziendale e/o del marchio che interessa.
Con quale vantaggio?
Il vantaggio consiste nel poter essere avvisati “in tempo” dei tentativi di registrazione e prima della definitiva registrazione da parte di soggetti non autorizzati.
Ciò è possibile perché quasi tutti i Paesi esteri pubblicano la domanda di registrazione dei marchi prima della definitiva concessione per permettere una eventuale opposizione entro il termine di due-tre mesi.
Durante questo periodo, se opportunamente informati, ci si può attivare a “livello amministrativo” di fronte all’Ufficio Marchi del Paese in questione, esponendo le ragioni per cui si chiede che la registrazione venga rifiutata perché, ad esempio, effettuata in mala fede da un soggetto non autorizzato, oppure dal proprio agente senza preventiva autorizzazione.
Il servizio di sorveglianza ha costi accessibili e naturalmente evita spese legali molto più pesanti che si dovrebbero affrontare in tribunale per cancellare il marchio se ci si accorgesse, a tempo scaduto, che qualcuno è stato più furbo di noi.
Se l’imprenditore sa che può disporre di mezzi semplici e convenienti per sorvegliare indebite invasioni di campo o per evitare rapine del proprio marchio, siamo sicuri che si attiverà in questo senso senza perdere ulteriore tempo prezioso.
Articolo pubblicato il 17 Luglio 2020 su veneziepost.it
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