- 29 Aprile 2024
- Marchi
- Raffaele Bonini
Anche il nome di una band musicale può assumere un valore economico e diventare così oggetto di contenzioso. Non mancano infatti anche nella musica i casi di controversie legati a plagi o all’utilizzo della stessa denominazione.
Il nome di una band, costituito da un logo e da un nome, può essere in effetti equiparato a un marchio attraverso il quale il pubblico identifica immediatamente i componenti, i brani, il genere musicale suonato, il look e, qualora vi sia, lo storico del gruppo assumendo così di fatto un valore economico e commerciale.
Proprio per tutti i motivi sopra riportati, l’eventuale scissione, allontanamento di un componente o cambio di line-up, può comportare l’insorgere di contenziosi aventi per oggetto la titolarità del diritto all’uso del nome. Non sono rari, infatti, i casi in cui la legge deve esprimersi in merito a conflitti sorti tra ex componenti e gruppi musicali, e non necessariamente di band famose.
La band, una società e il nome un vero e proprio marchio
L’orientamento principale della giurisprudenza considera il gruppo musicale come una società, con il nome che ne costituisce la ragione sociale e i componenti del gruppo i soci. Di conseguenza, il diritto all’uso del nome spetta al gruppo in sé a prescindere dalla sua composizione e dalle modifiche nel corso del tempo. I membri uscenti, dunque, perderanno il diritto all’uso del nome. Tuttavia, potranno utilizzarlo al solo scopo di invocare le loro origini artistiche senza ingenerare confusione nell’utente (Es.: il nuovo gruppo di Andrea Rossi, già membro dei XXX).
In alcuni casi, la legge ha equiparato la denominazione di una band a un marchio registrato. Non è escluso, infatti, che i gruppi musicali optino per regolare i rapporti a tutela di ciascun componente costituendo una società oppure procedendo alla registrazione del nome del gruppo come un vero e proprio marchio, se ne ricorrono i presupposti di capacità distintiva, liceità e novità, impedendone così a tutti gli effetti l’uso non autorizzato a terzi. È bene quindi non sottovalutare l’importanza del nome del gruppo musicale e la rilevanza commerciale che può acquisire con il successo della band, e regolare in anticipo i rapporti tra tutti i componenti anche con la sigla di un accordo tra le parti, in modo da evitare lunghi e costosi contenziosi giudiziari in caso di rivalsa da parte di qualche componente o in caso, ancora più probabile, di reunion magari con nuovi musicisti.
Il nome della band in esclusiva
Un interessante caso di studio riguarda il nome di un gruppo musicale famoso. Una nota band hard rock italiana, i Rhapsody, nel 2006, nonostante le loro numerose esibizioni e la loro presenza sulle scene internazionali sin dal ’93, si sono ritrovati al centro di un contenzioso che li ha obbligati a rivedere il loro nome. Vantando una distribuzione prettamente sul mercato estero, in particolare tra Usa e Canada, il nome Rhapsody è balzato agli onori di cronaca in quella parte del mondo. Ma un musicista operante in quell’area ha rivendicato il deposito del nome Rhapsody, da lui registrato in più di 20 paesi molti anni prima. Il musicista ha quindi dichiarato di possedere i diritti in esclusiva su quella denominazione obbligando gli omonimi italiani, seppur più noti, a modificare il nome (attualmente Rhapsody of Fire).
La ricerca di anteriorità infatti, ha permesso di attestare il deposito effettivo del musicista oltreoceano. La mancata conduzione della ricerca di anteriorità può portare infatti a controversie legali e costosi contenziosi. Se un’azienda, o un gruppo musicale in questo caso, registra, ma soprattutto usa, un marchio simile a un marchio esistente, potrebbe dover affrontare un’azione legale per violazione del marchio. La ricerca di anteriorità consente inoltre di limitare possibili opposizioni da parte dei titolari dei diritti anteriori o rilievi da parte degli uffici marchi individuando possibili marchi confliggenti. Attraverso la ricerca di anteriorità è possibile valutare anche il carattere distintivo del marchio, così da poter scegliere marchi “forti” aventi un ambito di tutela esteso e ciò risulta fondamentale per proteggere il valore del proprio marchio.
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