- 7 Dicembre 2023
- Proprietà industriale
- Ercole Bonini
Ormai è assodato che il know how aziendale costituisce un valore competitivo per l’impresa. Tutelare il know how, quindi, significa valorizzare il valore economico dell’intera azienda, ma soprattutto contrastare la concorrenza sleale.
Cosa si intende per Know How?
Costituiscono un vero e proprio patrimonio per l’azienda tutte le innovazioni brevettate e/o comunque tutelate. Ma non solo. Anche tutte le informazioni aziendali e le esperienze industriali che sono segrete e possiedono un valore economico in quanto tali rappresentano per l’impresa o start-up dei beni che, se non adeguatamente protetti, possono, una volta in possesso di terzi, trasformarsi in un vero e proprio boomerang. Rientrano nel know how aziendale proteggibile anche le semplici informazioni segrete e tutte le conoscenze non brevettate o non brevettabili: da quelle inerenti clienti e fornitori, ai piani strategici e i procedimenti tecnici aziendali. Si tratta di “beni intangibili”, che rientrano appunto nel “know-how” aziendale.
Tutelare il know how, quindi, significa valorizzare il valore economico dell’intera azienda, ma soprattutto contrastare la concorrenza sleale.
Spesso, però, le imprese, un po’ per scarsa conoscenza della materia, non sono molto consapevoli dei vantaggi che possono trarre dai beni intangibili, agevolando così sul mercato competitors e subendo gravi violazioni. Le controversie in materia di know-how sono infatti sempre più frequenti, e spesso sono a carico di ex dipendenti infedeli che sottraggono le informazioni riservate al precedente datore di lavoro per accreditarsi presso la nuova azienda.
Come tutelare il Know How aziendale?
Il principale strumento è la segretezza. Le informazioni aziendali di carattere commerciale e tecnico sono infatti tutelabili semplicemente in quanto segrete, aventi un valore economico in quanto segrete e sottoposte a misure ragionevolmente adeguate a mantenerle segrete. Ulteriori strumenti a tutela di queste informazioni non mancano. In particolare, quando subentrano anche terzi (stakeholders, dipendenti, collaboratori, clienti, fornitori) gli accordi di riservatezza sono una misura indispensabile: si tratta a tutti gli effetti di un accordo tra le parti che viene stipulato quando determinate informazioni devono rimanere segrete o comunque non devono in alcun modo essere diffuse al fine di tutelare l’integrità del progetto. Oggetto dell’accordo di riservatezza devono quindi essere dati e informazioni che non siano già di pubblico dominio. Con la sottoscrizione di un patto di riservatezza le rispettive parti (due o più imprenditori concorrenti, datore di lavoro e lavoratore dipendente o autonomo che esso sia, e ancora tra committente e lavoratore indipendente) si obbligano a non rivelare o divulgare il contenuto delle informazioni tutelate dall’accordo e qualificate come confidenziali, o a farne altrimenti uso. Nel caso del coinvolgimento di lavoratori dipendenti o collaboratori, si può anche prevedere un c.d. “patto di non concorrenza”.
Affidati a un professionista
Lo Studio Bonini mette a disposizione un team di professionisti specializzati nella tutela del know how e dei segreti aziendali e industriali. Affidarsi a professionisti del settore è un passo imprescindibile in queste fasi. Noi diamo il giusto valore alle idee e al loro sviluppo: assistiamo i nostri clienti nel riconoscere, valorizzare e tutelare i diritti sulle proprie opere d’ingegno.