- 27 Dicembre 2023
- Marchi
- Raffaele Bonini
La registrazione dei propri marchi è per ciascuna impresa, ente o start-up, una scelta strategica. La registrazione, infatti, conferisce al titolare la facoltà di uso esclusivo del marchio impedendo a terzi di usare non solo un segno identico per i medesimi prodotti o servizi, ma anche segni simili per prodotti o servizi affini, nel caso in cui questo possa generare un rischio di confusione per il consumatore.
I rischi della mancata registrazione
La mancanza di registrazione può essere motivo di gravi danni per l’impresa, ente o start-up.
– Perdita di Valore Commerciale: Un marchio registrato è un bene aziendale significativo. L’iscrizione di un marchio nel bilancio aziendale incrementa il valore dell’azienda e la sua capacità di attrarre investitori o acquirenti. Questo incremento di valore non avviene con un marchio non registrato.
– Concorrenza Sleale: L’assenza di un marchio registrato rende più difficile difendersi da pratiche di concorrenza sleale. Altri potrebbero sfruttare la reputazione commerciale dell’azienda e la sua clientela attraverso l’uso di marchi simili.
– Difficoltà nella Difesa Legale: Senza un marchio registrato, è più complicato intraprendere azioni legali contro terzi che violano i diritti di proprietà intellettuale. La registrazione fornisce una base solida per far valere i propri diritti in tribunale.
– Limitata Protezione Geografica: La registrazione di un marchio offre protezione su base nazionale o internazionale, consentendo all’azienda di espandersi in nuovi mercati senza il timore di violazioni da parte di terzi. Il marchio non registrato ha validità soltanto in ambito locale.
Come evitare tutto questo?
La risposta più immediata è “registrando il marchio”.
L’uso nell’attività economica di un segno interferente con un diritto anteriore può infatti configurare un’ipotesi di contraffazione e/o di concorrenza sleale. In particolare, il titolare di un marchio registrato ha il diritto di vietare a terzi di usare non solo un segno identico per gli stessi prodotti o servizi, ma anche segni simili per prodotti o servizi affini, se a motivo di ciò si possa determinare un possibile rischio di confusione per il consumatore. Nel caso di marchi che godono di rinomanza la tutela sul segno si estende anche verso prodotti e servizi non affini, nei casi in cui da ciò derivi un indebito vantaggio. A protezione dei diritti di proprietà industriale sono altresì applicabili, in ipotesi di contraffazione dolosa o sistematica, anche sanzioni penali.
Ma è opportuno ricordare alcuni aspetti fondamentali. Prima di procedere con l’adozione e/o registrazione di un marchio, che sia italiano o comunitario, è fondamentale effettuare delle ricerche di anteriorità al fine di escludere l’esistenza di diritti anteriori di terzi. Secondo il c.d. principio di unitarietà dei segni distintivi può verificarsi infatti interferenza anche tra segni distintivi di diverso tipo. Ne deriva che è vietato adottare come ditta, denominazione sociale, insegna e nome a dominio usato in un’attività economica un segno uguale o simile ad un marchio altrui, se ciò può determinare un rischio di confusione nel pubblico.
Differenze tra marchio italiano e marchio comunitario
Il marchio è territoriale, cioè ha validità solo nei Paesi dov’è registrato. Per questo è preferibile proteggere il marchio in tutti i Paesi considerati di interesse. In Italia, il deposito di un marchio avviene con apposita domanda e per mezzo dell’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (UIBM). Il marchio registrato in Italia dà al suo titolare il diritto di esclusiva a partire dalla data di deposito. La validità ha una durata di 10 anni e può essere rinnovata all’infinito.
Differentemente al marchio nazionale, la registrazione del marchio comunitario consiste nel tutelare la propria identità in tutti i paesi Ue, Italia compresa. Un’importante premessa riguarda la ricerca di anteriorità in tutti gli Stati membri, per evitare spiacevoli inconvenienti e vani investimenti di risorse.
Optando per la soluzione europea, il passaggio previsto è quello della registrazione presso EUIPO (Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale), che consente di ottenere, con un’unica procedura, un titolo valido per tutti i Paesi membri dell’UE. Un marchio UE ha validità 10 anni e può essere rinnovato indefinitamente per periodi di 10 anni alla volta.
La ricerca di anteriorità: uno step indispensabile
Prima di procedere con l’adozione di un marchio è necessario verificare che tale segno possa costituire un valido marchio, verificando che esso sia “nuovo”, rispetto a diritti di terzi, tramite ricerche di anteriorità.
Inoltre, è necessario verificare che possa costituire un valido marchio, sulla base dei requisiti stabiliti dalla normativa, in particolare che esso sia “distintivo”, anche al fine di escludere i cosiddetti marchi “deboli”, cioè dotati scarso carattere distintivo e aventi un ambito di tutela molto limitato.
Fondamentale risulta inoltre valutare i Paesi di interesse, avendo la registrazione una valenza territoriale.
Attraverso il procedimento di registrazione anche in Paesi esteri, si acquisisce un “titolo”, una sorta di “passaporto” che permette di esportare i propri prodotti /servizi in tutti i mercati di interesse, impedendo così a terzi di registrare preventivamente il proprio marchio a loro nome, anche al fine di non consentire l’utilizzo in quel territorio.
I vantaggi del marchio registrato
Proteggere l’identità aziendale restituisce valore e vantaggi, ecco perché la registrazione del marchio è imprescindibile. Il marchio è una fonte di valorizzazione e reddito, concretizzabili in introiti generati da licenze esclusive o meno, concedibili a terzi. Inoltre, un marchio registrato è un bene immateriale che può essere iscritto a bilancio nell’attivo patrimoniale portando notevoli vantaggi.
Ma essere in possesso di un marchio registrato può anche comportare una vera e propria leva strategica, in termini di marketing. Come per il brevetto, infatti, anche il marchio registrato può essere una vera e propria calamita per gli investitori. Disporre infatti di un marchio registrato influenza positivamente le percezioni e i comportamenti di clienti e di potenziali investitori e/o consumatori, come numerosi studi dimostrano.
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