- 21 Marzo 2021
- Brevetti
Stiamo vivendo in un’epoca in cui sembra non ci sia tempo per niente.
Una delle conseguenze di questo modo di vivere è che tutti corriamo e con qualsiasi mezzo. Corrono le auto, corrono i motorini, corrono le biciclette e corrono anche i monopattini motorizzati. Così aumenta in modo esponenziale il pericolo di cadere specialmente dai mezzi a due ruote. E’ vero che quasi tutti gli utenti che corrono sulle due ruote sono dotati di caschi di protezione della testa per limitare i danni al minimo in caso di caduta. Ma, purtroppo, non sempre i caschi riescono a resistere all’onda d’urto e le conseguenze sono talvolta molto importanti.
I caschi che sono maggiormente diffusi presentano una calotta esterna in Policarbonato (PC) o in Policarbonato/Acrilonitrile-butadiene-stirene PC/ABS, all’interno della quale è presente uno strato di polistirolo che va a contatto con la testa di chi lo indossa. Se avviene un forte impatto con il terreno, nel casco classico, la energia di impatto viene assorbita dalla compressione e deformazione del polistirolo ma può accadere che la calotta esterna si deformi pesantemente e che il polistirolo si frantumi. Così, accadono incidenti con gravi conseguenze per chi le subisce con esiti talvolta letali.
La società AIRHELMET di Bolzano e il Signor Pedevilla, si sono dedicati a trovare una soluzione innovativa che permetta al casco di assorbire e dissipare l’energia dovuta all’impatto senza trasmetterla alla testa, se non in parte trascurabile e sopportabile.
Lo scopo è stato raggiunto sostituendo lo strato tra la calotta e il capo, che prima era stato realizzato in polistirolo, con una struttura composta da una pluralità di celle ognuna con una base di forma poligonale e tutte aderenti alla calotta esterna.
La parte di ciascuna cella viene protetta dal diretto contatto con la testa per la presenza di almeno un elemento ad arco, generalmente in plastica, che attraversa la cella da lati opposti e che si deforma a seguito dell’urto assorbendone l’energia.
Siamo, quindi, in presenza di una reazione dinamica degli elementi che costituiscono il casco e gli effetti benefici sono stati comprovati dalle varie prove eseguite.
Le numerose celle che si sviluppano attorno al casco e i ponti ad arco presenti in ciascuna cella realizzano un’ottima reazione all’impatto da urto.
Possiamo dire che di questa innovazione si sentiva proprio la necessità, tanto è vero che ha ottenuto brevetti in Europa, USA, Cina, Canada, Russia, Australia, Nuova Zelanda e Hong Kong.
L’augurio quindi ad AIRHELMET è che il casco innovativo venga conosciuto da una platea ancóra più ampia di potenziali utenti perché mentre un braccio o una gamba si possono rompere e facilmente riaggiustare, per quanto riguarda la testa … è tutto più complicato.
Articolo pubblicato il 21 Marzo 2021 su veneziepost.it
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